Piccoli pensieri di trail... parte 3
Ciao a tutti… Come vi ho già detto in un’altra occasione, il mio parlare di Trail non vuole essere un insegnamento per nessuno, ma solo un chiacchierare di una passione, cercare di trasmetterla e perché no, dirvi come mi comporto io in certe situazioni di gara ed allenamento. Ognuno di noi sa che le giornate non sono uguali le une dalle altre…..a volte si esce per pochi km, carichi ed entusiasti e poi si torna dopo poco perché le sensazioni sono negative, perché la testa ti dice che non ne hai voglia….o altre in cui ti ritrovi ad allenarti quasi per caso e non vorresti mai smettere da quanto la cosa ti fa sentire bene….., ma quando si esce per un allenamento trail, a volte si percorrono sentieri che possono apparire semplici e famigliari e che nonostante le nostre capacità di orientamento e le nostre conoscenze delle zone in cui corriamo (si presume che nessuno si avventuri alla cieca in zone non conosciute o comunque senza prima avere idea di dove si fa e cosa si fa), possono portarci “fuori strada”, con allungamento del nostro percorso anche se non voluto….con conseguente aumento del tempo di permanenza fuori…
Per questo il mio consiglio è quello di portarsi sempre un piccolo zainetto, magari anche solo di 5 litri di capienza o un marsupio porta borracce, con tutto quello che serve per un minimo di imprevisto: da un antivento o antipioggia per eventuali cambi di meteo repentini, ad un gel o una barretta per un minimo di scorta alimentare, ad un accendino (soprattutto in inverno…non si sa mai), al telo di sopravvivenza, che occupa pochissimo spazio e pesa solo qualche grammo, ad un coltellino, ad una benda elastica e soprattutto ad una torcia o una frontale…..superfluo dire il telefono, visto che ognuno di noi lo considera (purtroppo) come una indispensabile parte di noi stessi!!! Naturalmente oltre ad una minima scorta di acqua! Cioè, in una parola, portarsi in piccolo il materiale obbligatorio previsto nelle gare di trail già di una certa lunghezza e difficoltà…..a volte un po’ di peso, ci può aiutare. E serve anche come allenamento per abituarsi allo zaino delle gare, si impara a regolarlo e a conoscerlo. Anche i bastoncini, per chi li usa, possono essere d’aiuto, soprattutto quando si comincia ad accusare la stanchezza e le gambe non sempre rispondono in modo fluido in salita e nelle discese più ripide. Magari si possono lasciare ripiegati nello zaino fino all’occorrenza o legati fuori se non si dispone di quelli pieghevoli, ma credetemi sono un sollievo ed un aiuto….anche a livello psicologico…..ti fanno pensar e di fare meno fatica e distolgono mentalmente il pensiero dalla durezza dei muscoli delle gambe….non serve fare lunghe distanze per sentire le gambe dure, bastano solo tratti impegnativi con salite e discese ripetute, terreno friabile che ha bisogno di presa forte a terra o anche scivoloso causa pioggia…..provare per credere!!! Alla prossima…..
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