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Il racconto della Pistoia-Abetone: una meraviglia!!!!!

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27 giugno - “Se vuoi buttarti nelle ultra, non iniziare dalla Pistoia Abetone. E’ bellissima, forse la più bella, ma è davvero dura. Se ci vai senza esperienza, rischi di prendere una tranvata”. Stefano Castoldi è un amico, un ultramaratoneta navigato, ha corso diverse 24h, la UMS, l’Ultra-Balaton. E’ uno che convive con la fatica e non gira mai troppo intorno alle cose. Questa frase me la disse nel 2019, quando iniziai a chiedergli informazioni sulle gare che lui frequentava e proprio alle sue parole, mai così indovinate, ripensavo ieri durante i tornanti dell’Abetone, al culmine della fatica di una gara tanto affascinate quanto impegnativa. La partecipazione alla Pistoia – Abetone, in realtà, non era programmata in questo 2022, ma ad inizio Giugno, Vittorio Polvani, l’allenatore che condivido tra gli altri con Ilaria e con Federica Moroni, ci ha chiesto di rivedere un po’ i nostri programmi e di iscriverci. Doveva essere, e così è stato, una prova muscolare in funzione della nuova fase di allenamento che inizieremo nei prossimi giorni e che porterà Ilaria e Federica al Mondiale IAU della 100km su strada del 27 Agosto a Berlino-Bernau (gara per cui sono state selezionale dalla FIDAL, ed a cui mi sono iscritto anche io, a titolo personale, per quanto riguarda la competizione Master). La partenza della Pistoia Abetone è prevista alle 7.30 del mattino nei pressi della meravigliosa Piazza Duomo. Ilaria ed io siamo famosi per le levatacce pre-gara, ma in questo caso era davvero impossibile, così siamo arrivati a Pistoia il sabato nel tardo pomeriggio. Ad aspettarci, oltre a Federica, anche altri atleti ed amici allenati da Vittorio. Una cena senza sgarri e due passi tutti insieme nel centro cittadino sono stati il modo migliore per avvicinare l’evento. La domenica mattina, nonostante l’orario, fa già caldo. Siamo pronti ad una giornata impegnativa. Subito dopo lo start, nel tratto che esce da Pistoia, prendiamo il nostro ritmo. Federica, Ilaria ed io corriamo affiancati. So che per me è un ritmo impegnativo, ma correre al fianco di queste campionesse val bene qualche rischio. Dopo circa 2km raggiungiamo e superiamo la battistrada Claudia Marietta, torinese trapiantata a Lucca ed atleta molto forte. Ben presto la strada inizia a salire. Si perché parlano tutti dell’Abetone, ma qui le difficoltà arrivano ben prima dell’ultima scalata. La salita che porta a Le Piastre, dal quinto al quattordicesimo chilometro, è una cosa da vene intasate, come dice Vittorio. Pendenza impegnativa, lunghi tornanti, poca ombra. Il gruppo ben presto si sgrana. Rimango con Ilaria, Federica e Federico Badiani, forte atleta toscano. Accanto a noi un altro paio di ragazzi che non conosco. Non parla nessuno. Siamo solo all’inizio, ma la fatica si respira più dell’aria calda. Finalmente scolliniamo a Le Piastre, c’è pubblico. Ci applaudono. Per me è una sensazione bellissima. In discesa da Le Piastre aumentiamo il ritmo, così come nel successivo falso piano a scendere. Si corre sotto i 4.00/km. Fede e Ilaria sono davanti, io sento un po’ di affanno ma reggo. Badiani è di fianco, capisco che non sta benissimo. Dal 21 al 24 si risale, con un tratto in sterrato. Riprendo confidenza il passo e mi metto davanti al gruppetto, fino al nuovo scollinamento. Qui Badiani rallenta, troppo forte il dolore al calcagno che lo sta tormentando. Gli altri compagni di viaggio si sono già staccati. Rimango con Ilaria e la Fede. Inizia un tratto di discesa in picchiata verso San Marcello Pistoiese. Questa è una gara in cui non si ha un attimo di tregua. Dopo un paio di chilometri, Federica cambia passo con una rasoiata da vera fuoriclasse e si avvantaggia. Ilaria ed io corriamo in discesa tagliando tutto il tagliabile nelle traiettorie, si gira anche a 3.40/km. Quando la strada spiana all’entrata di San Marcello, benedico qualche metro di pianura e mi metto a fare ritmo, Ilaria è di fianco, la Fede è davanti in lontananza. Per tutti è il momento dello sforzo massimo, prima dell’inizio dell’ultima salita. A San Marcello, in mezzo a tanta gente festante, c’è Vittorio che ci intima di dar tutto e cambiare passo. Ci si prova. Al km 34 iniziano gli ultimi 16 terribili chilometri che portano in cima all’Abetone. In basso non c’è ombra, c’è solo da soffrire. Capisco che mi stanno mancando un po’ le gambe ma stringo i denti. Ilaria è di fianco, non si parla, le uniche parole le spendiamo solo per chiedere acqua alla bici dell’organizzazione o ai ristori. Per 6-7km reggo il passo, ma in prossimità della maratona capisco che se voglio tenere in piedi la gara e non saltare, devo rallentare. Mi giro di fianco verso Ilaria che capisce subito. “Vai tranquilla, io arrivo” le dico mentre passa con incedere deciso. Quando è così, so che Lei non molla e arriva alla fine. Io rallento ma non mi perdo d’animo. Intorno al 46km mi comunicano se sono nei primi venti e questo mi dà modo di trovare dentro di me ancora un po’ di forza. Siamo partiti in 800 per questa 50km, essere nei primi venti, per un onesto amatore come me, è un bel risultato. Davanti non vedo più la sagoma di Ilaria e questo ancor di più mi dà coraggio perché capisco che sta salendo bene fino al traguardo. Finalmente gli ultimi chilometri sono all’ombra. Ho una gran sete, al ristoro del km 47 prendo anche una fetta d’anguria e la mangio mentre corro. L’ultimo chilometro è un misto di stanchezza e di gioia. Finalmente vedo il traguardo, lo taglio stremato e quasi perdo l’equilibrio per la stanchezza. Vedo Vittorio che mi viene incontro sorridendo. Vedo gli sguardi felici di Federica e Ilaria, meravigliosamente prima e seconda assoluta. Aveva ragione Castoldi, la Pistoia Abetone è durissima, ma è davvero una gara straordinaria. La maledici per 50km, ma appena tagli il traguardo pensi subito che dovrai aspettare un anno per poterla rifare. Fabrizio Lavezzato

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