Giuseppe Piccioni ci racconta il suo Tor330
20 settembre - I giorni trascorsi dalle 8 di sabato scorso sono serviti a Giuseppe Piccioni per mettere a fuoco i contorni della sua straordinaria avventura sui sentieri della Val d’Aosta. Un sogno a lungo cullato che ora passa tra i grandi traguardi raggiunti. Abbiamo chiesto a Giuseppe di raccontarci qualcosa delle giornate del Tor: “,,, sono partito tranquillo e per i primi 120/130 km le cose son filate via lisce. Ho tenuto un ritmo discreto e non ho avuto momenti di flessione. Ho cercato di non forzare in nessun frangente. Le cose si sono complicate dall’alba del terzo giorno. Ho dovuto fare i conti con le vesciche ai piedi e da lì la sofferenza è stata la mia compagna di viaggio. Ho cercato di rallentare senza rischiare troppo e mantenendo un discreto vantaggio sugli orari dei cancelli. Le soste alle basi vita mi hanno dato un po’ di respiro…” Come è stata la fase centrale di gara? “…. Sicuramente la più difficile. La quarta notte sono andato in crisi per la mancanza di sonno ed è stato il frangente in cui mi son demoralizzato parecchio. Ho fatto tanta fatica e ho stretto i denti per non mollare tutto…” Ma il bello doveva ancora venire? “… era prevedibile che il clima potesse creare difficoltà ma l’ultima notte è stata una vera avventura. Ha preso a nevicare dopo che avevo lasciato da poco il rifugio Frassati. 15 km tremendi!!! Il passaggio del Malatrà lo ho fatto in una vera e propria tormenta e, insieme ad altri pochi concorrenti, sono stato tra gli ultimi a transitare prima che la direzione gara bloccasse tutto. In discesa ho temuto di perdere i punti di riferimento del tracciato visto che la neve aumentava di spessore. Ho spinto più che potevo sperando che, scendendo di quota, le cose migliorassero. Così è stato e finalmente ho capito che ce l’avrei fatta, visto che l’arrivo di Courmayeur era ormai all’orizzonte. Sono soddisfatto di essere transitato sul traguardo: essere finisher al Tor è anche nel senso di quegli ultimi metri. Mi sarebbe spiaciuto essere tra quelli costretti allo stop (anche se considerati finisher) per le sacrosante ragioni dettate dalla situazione meteo…” A chi devi un ringraziamento per questa grande avventura? Fai programmi per il futuro? “... alla mia compagna Sara che mi ha supportato dal primo giorno in cui ho incominciato a pensare al Tor. Un grazie speciale lo devo a Paolo Zanchi, Rosa Milazzotto e Giovanni Moro che mi hanno aiutato molto con un sostegno continuo, aspettandomi all’arrivo in tutte le basi-vita. Per il futuro non riesco a pensare a nulla: per quest’anno penserò solo a godermi ciò che ho fatto…”
Questo il link per rivivere le gare del Tor des Géants: https://torxtrail.com/it