Lorenzo Bova ci racconta il suo Maira Occitan Trail
14 ottobre - 4 tappe in 4 giorni, 175km, 9.300m di dislivello. "E’ stata un’avventura meravigliosa, un susseguirsi di emozioni e stati d’animo: la preoccupazione prima delle tappe, la concentrazione durante la corsa, lo stupore per la bellezza dei luoghi, la soddisfazione negli ultimi km delle tappe. Il percorso del primo giorno (Villar San Costanzo-Stroppo, 44km, 2.600m D+) è stato molto bello, con 5 salite non troppo lunghe e tratti scorrevoli su strade bianche e sentieri. Sono arrivato in 6h 30min, con buone sensazioni per le prime 5 ore di gara e un dolorino alla gamba destra nell’ultima ora. Il secondo giorno (Stroppo-Chiappera, 42km, 2.500m D+) abbiamo corso la tappa più alta e più impegnativa: una salita unica di 24km e 2.000m D+, 3.000m di quota massima, la prima parte della discesa tecnica e 10km finali molto scorrevoli. Sono partito molto prudente per gestire la lunghezza della salita (per fare i primi 24km ho impiegato quasi 5 ore!) e il dolorino alla gamba del giorno prima; poi, superata la prima parte di discesa, ho iniziato a sentirmi sempre meglio e ho corso molto velocemente, anzi troppo velocemente. Ho chiuso in 6h 45min ma il ritmo eccessivo dell’ultima parte della tappa mi ha riempito le gambe di acido lattico che non sono riuscito a smaltire nel pomeriggio e durante la notte. Il percorso del terzo giorno (Chiappera-Marmora, 38km, 2.100m D+) è stato spettacolare e più impegnativo del previsto: 3 salite abbastanza lunghe e esposte, 2 discese tecniche e poco corribili, una discesa di più di 10km abbastanza scorrevole. Sono partito prudente, per cercare di smaltire l’accumulo di acido lattico del giorno prima e per tutta la tappa non ho trovato un ritmo convincente. Ho chiuso in 6h 25min, senza forzare e cercando di recuperare in vista dell’ultima tappa che si annunciava lunga e, soprattutto, con pessime previsioni meteo. Il quarto giorno (Chiappera-Dronero, 51km, 2.100m D+) è stato una piacevole sorpresa: la preoccupazione era tanta ma, una volta partiti, abbiamo trovato salite morbide, discese molto corribili, boschi meravigliosi che ci hanno protetto da una pioggia incessante, strade bianche e sentieri morbidi. Anche domenica sono partito prudente ma poi, km dopo km, salita dopo salita, ho iniziato a sentirmi davvero bene. Dopo l’ultima salita “seria”, dopo circa 20km, ho pensato “manca ancora una vita ma adesso posso farcela!”. Ho corso gli ultimi 30km facendo attenzione a crampi e problemi muscolari, mi sono goduto ogni metro e sono arrivato al traguardo in 6h 55min. Tagliare il traguardo è stata un’emozione travolgente: mi piacerebbe descriverla ma non saprei da dove iniziare. Per me, modestissimo corridore di città, il solo pensare di partecipare a una gara così impegnativa è una vittoria; completare la gara, correndo fino alla fine, è un traguardo pazzesco. Sul sito della gara c’è scritto “correre tra le nostre montagne sarà un’esperienza diversa, potrai ascoltare il tuo respiro nel silenzio della valle, scoprendo un territorio che ha molto da raccontare”: è stato questo e molto, molto di più. E’ stato un viaggio nella natura e in me stesso, un’esperienza che mi accompagnerà per sempre. Noi runners siamo persone veramente fortunate: la corsa ci regala la possibilità di sfidare i nostri limiti, di provare emozioni straordinarie, di raggiungere traguardi inimmaginabili. Il segreto, forse, è avere il coraggio di pensare sfide grandi (ma questo, a ben pensarci, è il segreto di molte cose della vita)."