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Itaca

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15 gennaio - Antichi riti e moderni appuntamenti anche se, possiamo ammetterlo, antico e moderno talvolta sono indistinguibili. Omero (o chi per Esso) nell’Odissea scolpiva la sua descrizione delle albe sui mari degli Achei con l’immagine dell’“Aurora dalle dita rosate”. Simile è apparso il pudico rossore che ha scalato il viso di Ilaria Bergaglio durante l’omaggio di Massimo, armato di megafono da arruffapopoli anni 70. L’Atleta in questione, di modi gentili e chioma corvina come ogni Semideità Ellenica che si rispetti, stamane alla Madonnina di Strada Fossa del Sale ha dovuto sostenere lo spontaneo affetto di una cinquantina di variopinti Atletici Novesi. Il gruppo, allegro e frizzante, ha risposto all’invito sociale per l’inaugurazione dell’Anello di Ilaria, una frazione del percorso della nostra Maratonina che la Società ha voluto intitolare al “sudore ed alle lacrime” di una podista d’eccellenza. Ne è seguita una sgambata guidata da Ilaria con il gruppo al seguito in un ensemble di chiacchiere e colori dove la serenità e l’azzurro patriottico dei colori sociali hanno rappresentato il filo conduttore. Proprio belle le Bandane Atletiche del cinquantesimo. Abbiamo bisogno e vogliamo che Ilaria Bergaglio scriva (abbia già scritto) pagine importanti e sicuramente memorabili per il novese nelle corse sulle lunghe e lunghissime distanze. Purtroppo per lei ci è necessario continuare ad entrare nel suo particulare perché di buoni esempi e di motivi di orgoglio abbiamo fame e sete. Mai come in questo momento ci serve sapere che il nostro territorio e i nostri colori sono rappresentati anche da fuoriclasse. Dalle e sulle colline vitate circostanti è nata e maturata questa esperienza sportiva speciale della prestante ed elegante ragazza de noantri. In effetti figura, profilo e risultati fanno facilmente associare anche fisicamente l’atleta ad una assidua frequentatrice dei dintorni dell’Olimpo. Ogni corsa è un’Odissea personale lo sappiamo bene tutti. Le sue, al vertice, devono essere veramente al calor bianco. Un conto è correre nel mucchio attesi da mogli perplesse un altro dover strappare i secondi ad un tempo che regala fatica, fatica, fatica con addosso gli occhi di tutti. Odissee di serie A le Sue, è facile immaginarle con l’espressione ammirata di chi può giusto solo pensare un poco su cosa voglia dire giocarsela a certi livelli. Ci hanno insegnato che Itaca è una meta difficile (impossibile?) da raggiungere. Allora se chiudiamo gli occhi possiamo vedere come “bella di fama e di sventura baciò la sua petrosa Itaca Ilaria” che, scomodando Ugo Foscolo, ha già raggiunto le sue mete impossibili per noi mortali. Oppure possiamo pensare che lei rappresenti per noi, con il suo esempio, una zattera per l’isola dell’Egeo, la dimostrazione che non è impossibile arrivare visto che qualcuno pur con mille fatiche talvolta vi sbarca. Massimo stamane, celebrando la giovane, è stato onesto e galantuomo come tutto il vertice sociale è da sempre, ed ha detto: “Ilaria ha dato più all’Atletica Novese di quanto l’Atletica Novese abbia dato ad Ilaria”. Si può anche parzialmente dissentire, Ilaria sta probabilmente dando il meglio di sé, la Società forse il massimo di affetto, sostegno e comunanza che un gruppo di mugugnoni dell’Oltregiogo genovese può dare. Roberto Moro

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