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Atletica Novese e il “cross più bello del mondo”

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15 gennaio - Giovanni Malerba, artigiano di San Vittore Olona, proprietario di un’officina di biciclette con esposizione e vendita, aveva due grandi passioni: amava la terra che gli aveva dato i natali e amava visceralmente lo sport. Lo aveva praticato, indossando i colori della Unione Sportiva San Vittore Olona 1906, all’inizio società ciclistica, dedicandosi soprattutto al ciclismo e all’atletica leggera. Una gioventù da corridore, insomma. Fu così che all’inizio degli anni Trenta, dopo aver assistito a un paio di gare di cartello nelle vicinanze, la “Sette Campanili” a Cavaria e il “Cross dell’Epifania” a Cesano Maderno, si fece rapire da un’idea meravigliosa: chiamò a raccolta i fratelli e un pugno di amici e decise insieme a loro che proprio attraverso la corsa avrebbero potuto valorizzare quella campagna che teneva legate insieme le loro vite. Ci misero poco tempo a pensarla, e ancor meno a realizzarla, la loro creatura. La misero in scena per la prima volta il 22 febbraio 1933, la battezzarono “Cinque Mulini” senza immaginare che sarebbe diventata una delle più grandi manifestazioni di cross country del panorama internazionale. I mulini furono subito il trait d’union, proprio perché quel gruppo di appassionati aveva massimo rispetto per le proprie radici. E sul fiume Olona i mulini ad acqua erano stati fonte di nutrimento per quasi un millennio. I più grandi interpreti del mezzofondo mondiale hanno corso la “Cinque Mulini”, che ha finito per aprire le sue porte anche ai Master. Oggi Il percorso ha smesso da tempo di attraversare i vecchi mulini, accontentandosi di accarezzarne la memoria. Rimane ancora il fascino del Meraviglia, un gioiello del XIV secolo, tante volte passaggio-chiave per chi è andato in cerca di gloria: chi ha infilato quella stretta porta d’ingresso da primattore, spesso ha recitato da protagonista fin sul traguardo. Secondo posto dell'azzurro Yeman ieri nell’edizione numero 91. Al termine dei 10,2 chilometri, è stato battuto solo dal keniano Gideon Kipkertich Rono, che ha allungato nell'ultimo dei cinque giri imponendosi per appena sei secondi. L'Italia non saliva sul podio da diciotto anni, da quando Stefano Baldini nel 2005 arrivò terzo, anche se l'ultima vittoria azzurra resta quello di Alberto Cova, nel 1986. A completare il podio, il tunisino Mohamed Amin Jhinaoui, che ha preceduto in volata il keniano Benson Moshon Lingokal. Quinto posto per Nekagenet Crippa, fratello di Yeman. Stesso piazzamento al femminile per Giovanna Selva, la migliore delle italiane nella gara di 6,2 km che ha visto la doppietta keniana con il successo di Beatrice Chebet, argento nei 5000 ai Mondiali, davanti a Lucy Mawia e alla burundese Francine Niyomukunzi. Tra i Master presente anche l’Atletica Novese. Mario Bocchio è 61° negli SM55: ha percorso i 4,3 chilometri (due giri) in 19’45. Sergio Cao e Giovanni Cavanna hanno gareggiato negli SM60 sulla stessa distanza: il primo chiude 42° con 21’14”, il secondo 49° fermando il cronometro su 21’58”. Tra le donne, sempre su 4300 metri, Svitlana Tsymbal è undicesima nella SF55, con 21’14”. Fate attenzione: lo stesso tempo di suo marito Cao. Segnatevi i numeri, potete giocarli al Lotto, potrebbero forse portarvi fortuna!

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