Carezzano superiore
Roberto Moro ci racconta la sua StraCarezzano… Tutto da godere… “Andiamo a fare un bel giretto qui sotto?”. Con questa frase, incastonata nella luce ormai grigia di tramonto, Gianni Tomaghelli mi ha proposto una sgambata di riscaldamento pre gara. Il suo viso aperto, frequentemente coronato da uno stupore fanciullesco, mi ricorda quel Signor Bonaventura che, nel Corriere dei Piccoli della nostra infanzia, con la sua spontanea gentilezza alla fine delle storie riceveva sempre in premio un enorme assegno da Un Milione. Anche allora, se pur in lire, per noi squattrinati figli della Classe operaia erano soldi. Come non accettare? Qualche preoccupazione l’ho poi avuta quando si sono aggiunti alla spicciolata Maurizio e Fabrizio e mi sono domandato se non avessi fatto la mia, magari destinato mio malgrado ad un rovente Warm up che mi avrebbe portato sulla linea di partenza già cotto come una pera. Non è andata così, per fortuna loro chiacchieravano beati ad un ritmo umano ed io zitto zitto ascoltavo Gianni che descriveva storia, geografia e bellezze dei boschi intorno al suo paese. Abbiamo appreso che Carezzano superiore è una frazione di Carezzano, che sta un poco più in basso, da quando nel Ventennio (si, quello di: quando c’era Lui…caro Lei..) sono stati fusi in un comune unico e l’ex “inferiore” è stato ribattezzato pomposamente in Carezzano Maggiore per poter meglio esercitare il suo diritto di Capoluogo e sede del Municipio. Abbiamo percorso in anteprima alcuni tratti di gara e avvistato prima una enorme tana del tasso (Gianni dixit) e poi un capriolo che passeggiava timidamente una grande verdissima radura. Dopo lo start ci siamo precipitati in duecento su e giù per queste strade nervose che a tratti diventano un singol track del bosco da calpestare in fila indiana. Il percorso di poco più di sei chilometri è un continuo saliscendi, con qualche spunto da ottovolante di rotaie erbose e ghiaiose. La gara non lascia tregua e ti spegne il respiro piano piano fino all’ultimo tratto di asfalto che con una sadica salitina ti arroventa la gola. Si sudano le proverbiali sette camicie per percorrere le brevi distanze tra queste frazioni. Spettatori incuriositi e benevoli ci guardano passare tra i gruppi di case adagiate nei placidi panorami che dominano la grande pianura. Torniamo sotto il pallone quando il giorno è quasi spento, ci aspetta il pasta party alla SAOMS dove i nostri gentili ospiti si stanno dando un gran daffare con i preparativi. Appena partiti, mentre imboccavamo la prima ripida e polverosa discesa, Teresa Repetto (che poi ha vinto la classifica femminile), mi ha superato con la sua corsa che la fa assomigliare ad un Airone. Siamo nelle terre di Fausto Coppi, mi è parso un omaggio bellissimo.