A Pioltello Bocchio cede nel finale
27 maggio - La quinta prova avrebbe dovuto disputarsi a Carate Brianza, invece gli organizzatori del “Club del Miglio” sono stati obbligati ad optare nuovamente per Pioltello, dove la tappa dello challenge si era già disputata lo scorso 25 marzo. Quello di sabato 27 maggio è stato un pomeriggio senza altre gare di contorno. In un clima caldo si è cominciato con le competizioni giovanili del mezzofondo per poi dare spazio al clou, i “1609,34 metri di passione”, per rievocare il nome di questa tappa. I migliori sono stati il pugliese Giovanni Rizzi, classe 1993, dell’Atletica Canosa con 4’40”50 e Licia Bombelli, una ’96, dell’Atletica Brescia che ha chiuso con 5’42”19. Dopo la prestazione di sette giorni prima a Vignate, Mario Bocchio dell’Atletica Novese, è stato inserito nella quarta serie, di livello superiore con numerosi tempi sotto i 6 minuti. “Sono partito in scioltezza rimanendo nel treno dei primi, le gambe rispondevano bene al ritmo regolare” racconta Bocchio, che agli 800 metri ha girato in 2:49. Alla campana se ne vanno in tre, che fanno il vuoto, ma il SM55 della Novese è ancora nelle posizioni di vertice, poi intorno ai 400 finali patisce il repentino e violento cambio di ritmo. Il cedimento è evidente anche nello sprint finale. Chiude in 6:22.37. Per la cronaca vince Massimo Cenci (SM60, Road Runners Club Milano) in 5:39.20, davanti a Massimiliano Basile (SM45, Milano Atletica) 5:55.96 e Marco Tresoldi (SM45, Road Runners Club Milano) 5:57.67. Nella serie Bocchio è secondo tra gli SM55, preceduto da Mauro Cardinali (Team Attivasalute) 6:04.93 e davanti a Francesco Milanesi (Castiglione d’Adda) 6:33.54. A livello di riepilogo sulle 8 serie, il Master della Novese è tredicesimo tra gli SM55. “Dal lato del risultato e dal punto di vista cronometrico ho peggiorato rispetto a Vignate, dove avevo chiuso in 6:18.94, ma questa volta il livello degli avversari era più alto e temevo di dover perdere contatto da subito. Cosa che non è avvenuta, anzi… Di questo sono soddisfatto. D’altronde, dopo il grave infortunio sono ancora working in progress, come si dice” conclude Bocchio.