25 ottobre - In periodo particolarmente difficile per la pandemia, con molti organizzatori costretti a rinunciare alle gare, si è svolta ad Alba (Cuneo) l’11° edizione dell’Ecomaratona del Barbaresco e del Tartufo Bianco, competizione organizzata dalla società TRIANGOLO Sport sulla distanza dei canonici 42,195km con 800 metri di dislivello positivo. I programma anche una mezza maratona. Numero chiuso di partecipanti (100 sulla maratona, 500 nella mezza), mascherine, distanziamento e partenze scaglionate contraddistinguono le fasi di avvio delle gare. Per quanto riguarda l’Atletica Novese, presenti, oltre al sottoscritto, Ilaria Bergaglio impegnata con me nella maratona e Francesca Rossi, iscritta invece alla mezza. Per tutti si trattava della seconda gara stagionale: Francesca ha corso 8 giorni prima al Trofeo Pasturana, Ilaria era stata impegnata nel 3000 in pista a Novi a fine settembre, mentre la mia ultima gara risale ai primi di Gennaio, quando ho preso parte all’ultramaratona della Pace sul Lamone in Emilia Romagna. Sono stati mesi difficili, con qualche problema fisico sia per me che per Ilaria. Dopo la fine del primo (e speriamo davvero unico) lockdown, abbiamo ripreso ad allenarci costantemente insieme, sempre facendo attenzione ai distanziamenti ed alle regole imposte dal COVID. I primi segnali di una condizione che stava pian piano crescendo li avevamo già avuti ad inizio settembre, quando avevamo corso in allenamento 30km al Parco di Monza. Nelle ultime tre settimane ci siamo preparati bene e che Ilaria oggi potesse fare il colpaccio io lo avevo capito due settimane or sono, quando avevamo corso insieme un collinare di 38km durissimo, con partenza da Rovereto, poi Gavi, Voltaggio, salita agli Eremiti e ritorno a Rovereto passando da Bosio. Poco più di tre ore corse con determinazione e costanza dove finalmente dopo tanti mesi ho rivisto l’Ilaria podista cannibale che conoscevo. Gli allenamenti, però, sono una cosa, le gare un’altra. I km in gara bisogna farli e nelle lunghe distanze basta un niente per ritrovarsi indietro. Il tutto senza contare che oggi le avversarie c’erano, prima tra tutte Eufemia Magro, atleta che correva praticamente in casa, temibilissima nella corsa in montagna e nei percorsi ondulati. Il clima questa mattina era ideale per correre. Sulla linea di partenza troviamo anche l’amico Massimo Vanzetti, conosciuto un paio d’anni fa alla maratona di Santhià. Massimo è un bravissimo ragazzo ed un grande atleta. Decidiamo di partire insieme, almeno per i primi chilometri, non ci vediamo da tanto tempo, è bello anche poter scambiare due chiacchiere. Appena usciti da Alba inizia subito una fase impegnativa su strettato, in mezzo alle vigne, un terreno dove io proprio non so correre. Cerchiamo di limitare i danni ed appena possibile riprendiamo un ritmo costante, Massimo è qualche metro avanti a noi, è molto più forte di me, ma in questa fase ne approfitto per “succhiare un po’ la ruota”, come si direbbe in gergo ciclistico. Ilaria è poco dietro, ormai conosco il suo passo, sta bene ma sa che la gara è lunga. Al termine della prima salita che conduce a Barbaresco, troviamo il ristoro, facciamo il giro di questo borgo splendido e capiamo di essere intorno alla 15°-20° posizione. Eufemia Magro è al comando della gara femminile ed ha un vantaggio di circa 150-200 metri. Nella successiva discesa ed ascesa verso Neive, Massimo impone un buon ritmo ed io lo seguo a ruota. Al momento sto bene, Ilaria anche. Intorno al km 20 avviene il ricongiungimento con Eufemia. Massimo è più avanti, Ilaria ed Eufemia corrono appaiate per un tratto, poi la nostra portacolori inizia a guadagnare lentamente, ma inesorabilmente terreno. Nel tratto di ascesa verso Treiso ci ritroviamo praticamente da soli e facciamo un buon ritmo per qualche chilometro. Intorno al km 27 io inizio ad avvertire qualche crampo, non so se perché ho speso troppo o per qualche altro motivo. Massimo corre sereno, apparentemente senza sforzi, lui e Ilaria prendono un centinaio di metri di vantaggio che riesco a ricucire intorno al check point del km 30. Nella successiva discesa in vigna però, perdo nuovamente terreno. A quel punto capisco che per me oggi non è giornata per andar dietro ad Ilaria fino al traguardo, così procedo con il mio passo. Riesco a superare un concorrente, un piccolo toccasana per le mie gambe ormai piene di crampi. Al km 35 il momento più difficile, mi ritrovo da solo in un boschetto in mezzo allo sterrato, classica situazione in cui vado nel panico per timore di essermi perso. Mi vien quasi da fermarmi, ma stringo i denti, per rispetto di tutti i sacrifici fatti in questi mesi. Al km 38 arriva una salita terrificante in mezzo alle vigne. In cima vedo le sagome di Massimo e Ilaria, poco dietro di lui. Mi volto, dietro di me, nella vallata non c’è nessuno. Ilaria ce la sta facendo. Affronto quest’ultima ascesa camminando, è impossibile per me correre su questo tratto, almeno non oggi. Finalmente, al termine della vigna la strada spiana e poi gli ultimi 2km verso Alba sono in discesa. Non ho nessuno, né davanti né dietro almeno a portata d’occhio. Li corro quasi con serenità, ho le gambe pesantissime, ma la gara ormai è finita. Alba è una città meravigliosa, ci si può anche godere un attimo il panorama. Arrivo nel centro abitato e poi finalmente taglio il traguardo, stremato. 3h33’ circa: poteva andare meglio, ma va bene così. Appena volto lo sguardo vedo Ilaria sorridente, è arrivata da qualche minuto, ha vinto. E’ stata bravissima: questo suo successo lo sento anche un po’ mio, per tutti i km ed i sacrifici che abbiamo fatto nelle ultime 8 settimane pensando a questa gara. Una gara dura ma bellissima, che speriamo di poter rifare nel 2021. Un “bravissimi” enorme anche a Massimo ed a Francesca, che ha chiuso la mezza centrando l’obiettivo di restare sotto le 2h, un crono per nulla scontato su una gara come questa La Corsa è eterna finchè dura. W la Corsa. Fabrizio Lavezzato