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Corsa sulla Passeggiata di Cogoleto

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24 maggio Tre chilometri a tutta velocità sulla passeggiata di Cogoleto: questo il compito proposto ai 73 podisti che hanno accettato l’impegno proposto dagli organizzatori per la prima edizione di questa gara. Alla fine a spuntarla è stato Giovanni Tornielli (Pod.Peralto) unico atleta a scendere sotto il muro dei 10’ mentre in campo femminile è arrivata l’ennesima affermazione di Silva Dondero (Marat.Genovesi). Per Atletica Novese presente Roberto Conte che ha chiuso in 37^ posizione con il crono di 12’39’’

CLASSIFICA

CorriPiemonte: le classifiche aggiornate ad Alba

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  Fidal Piemonte puntualissima: quasi non ancor  a metabolizzata la fatica della gara di Alba….ecco le classifiche aggiornate. Come detto in fase di presentazione delle due ultime trasferte, gli impegni erano difficili e si giocava in casa degli avversari più forti: era importante non perdere troppe posizioni e la missione può dirsi compiuta grazie all’impegno di un gruppo davvero importante di nostri atleti che si sono resi disponibili a due trasferte abbastanza gravose. Nelle classifiche di squadra ci siamo ottimamente difesi e le gare autunnali potrebbero essere più favorevoli. In campo individuale si consolidano le posizioni di vertice di molti nostri atleti: a voi il piacere di dare un’occhiata e di….programmare il futuro!!!!!!

CLASSIFICHE

12 ore da correre per l’AISM

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Castelletto d’Erro

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22 maggio   La settimana agonistica inizia presto e Mario Bergaglio ci racconta come è andata la gara Uisp di Castelletto d’Erro: ……In un clima dal profilo autunnale una quarantina di "irriducibili” ha preso il via a questa gara di circa 5.5 km dal percorso collinare nervoso e impegnativo. Cinque biancocelesti al via che hanno conseguito buoni risultati e più precisamente: Mattia Grosso 2° assoluto e 1° di categoria. Andrea Scaglia 1° di categoria. Annalisa Mazzarello 2^ di categoria. Antonio Gioffre e Mario Bergaglio 3° posto di categoria.

CLASSIFICA

L'album fotografico di Villa Fortunata

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Pubblichiamo un’ampia rassegna fotografica del 10° Trail di Villa Fortunata, a noi pervenuta dagli organizzatori e realizzata da Federica De Angeli.

FOTO

La Alto Monferrato Wine Race e la gara di Fubine

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20 maggio Nella ricchissima offerta podistica del weekend la novità era rappresentata dalla Alto Monferrato Wine Race su di un percorso di circa 15 km. Pier Marco Gallo ci fornisce qualche notizia …….. “Grande organizzazione messa in campo dai quattro Comuni interessati alla gara, Castel Rocchero, Alice Bel Colle, Ricaldone e Cassine. Strade chiuse al traffico e assistenza dei volontari su tutto il percorso. Vince alla grande Michele Belluschi (Atl Recanati) che bissa il successo dei Colli Novesi e stacca di quasi 6 minuti il pur bravo Fabrizio Porati ed un tenacissimo Angelo Panucci entrambi Acquirunners. Tra le donne successo scontato Per Giovanna Caviglia (Atl Alessandria) 8^ assoluta”….. Per Atletica Novese era in gara Andrea Scaglia che si piazza al cinquantesimo posto tra i 118 classificati Nella giornata di sabato bella prova di Davide Bulich che si piazza al terzo posto assoluto a Fubine nella “Cursa del Previ” di 6km alle spalle dei due esponenti della Gate Cral Inps Asti Salvatore Mendola e Domenico Angelino. Al femminile altra vittoria per Giovanna Caviglia. Tracciato collinare con 45 atleti al via.

CLASSIFICA ALTO MONFERRATO

Campionati Regionali Open Master di Asti, seconda giornata

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20 maggio   Passione, passione e ancora passione. E’ ciò che traspare dalle parole di Vincenzo Lacamera che racconta se stesso e Irene Guerra nella seconda giornata del meeting di Asti …..pomeriggio di intense emozioni, oggi ad Asti, nella seconda giornata dei campionati regionali master open. In pista un master, Vincenzo e una allieva, Irene. Vince ha finito di bisticciare con la pista e ha corso un bel 100 metri, facendo fermare il crono elettrico a 14"60 molto vicino ai tempi dello scorso anno. Se posso dire, cosi va un po’ meglio! Quindi, come si dice, il buongiorno si vede dal mattino: la stratosferica IRENE, al terzo tentativo è riuscita ad ottenere il sospirato e, io aggiungo, strameritato minimo per i campionati italiani allievi/e. Dico strameritato perchè Irene, oltre che ad essere una brava studentessa con ottimi voti, è anche una diligente atleta, sempre volonterosa e mai stanca nell'affrontare gli allenamenti proposti. Vorrei fare un invito ai giovani nostri atleti: prendete lei di esempio. Spesso mi sento dire: non sono venuto/a ad allenarmi perchè avevo da studiare. Irene, quando andiamo alle gare si porta sempre i libri e studia nei viaggi e nei tempi morti che ci sono nelle riunioni in pista. La sua gara di oggi è stata perfetta con un passaggio ai 200 di 28"75 ed un secondo 200 di 31"24, che in totale fa 59"99 elettrico. Se passate al campo vi prego di non fargli mancare il vostro applauso, sono certo che lo apprezzerà . Vince

Classifica 100 mt uomini

Classifica 400 mt donne

Festa dello sport

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Anche quest’anno, come da tradizione consolidata, l’amico Augusto Cosulich ha organizzato a Capriata d’Orba il X° Trail di Villa Fortunata, una giornata dedicata allo sport ed all’amicizia nel senso più puro degli intenti. La manifestazione si è svolta a Villa Fortunata ed ha avuto due gare: una mezza maratona sulla classica distanza di 21,097 km ed una più corta di 10 km. Buona la partecipazione degli atleti in entrambe le prove, impegnati per una volta a non inseguire il risultato ma a perseguire la ferma volontà di vivere una piena e sana giornata di sport..

Adesione biancioceleste con l'aiuto logistico di Giancarlo Sciutto,Mascolo Diodato, Adriano Pasetto,Dhimi Hicham e Fabrizio Reale oltre al contributo tecnico fornito da Martina Fabio e Tomaghelli Gianni nella prova di Mezza Maratona e di Paola Bergaglio e Fabio Ponasso nella gara dei 10 km.

CLASSIFICA

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Dall’Alba al Tramonto (…..nelle parole di Roberto Moro)

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Cantalupo Ligure, Porte di Pietra 2018.   È dal 2006 che sento parlare della gara. Ho pensato di provarci, in ogni edizione, da quando ho cominciato a correre e frequentare i Trail da apprendista. Mi è sempre mancato il coraggio. Troppo lunga (72Km), troppo irta (4.000 mt di dislivello positivo), troppe ore sulle gambe. Quest’anno l’ho fatta, anche aiutato dagli allenamenti e dall’entusiasmo del gruppo riunito sotto la paziente guida di Andreino Boggeri. Una bella fatica, certo, ma chiuderla in 14 ore e venti mi è andata bene assai. Il tempo limite era 17 ore ed il terreno, per lunghissimi tratti, quasi impraticabile. Sono state Porte di Pietra e di Fango. I partecipanti alle quattro gare in programma (con più di seicento iscritti) non si dimenticheranno presto la saponaia nella quale siamo rimasti impiastricciati per tutto il percorso. Diamo però un ordine alla corrente dei ricordi freschi di giornata. Per essere puntuali allo start delle 7 (e pur dormendo al paese in Valle) occorreva alzarsi presto. Sono lento e metodico, al mattino i miei riti cominciano all’alba. Appuntamento con Paolo sotto l’esplosione dei grappoli di fiori d’acacia che biancheggiano nel cortile. Quest’anno gli alberi ne sono così carichi che i rami si piegano al suolo, la festa delle api. Dopo il breve briefing ed il conto alla rovescia partiamo per il prologo collinare di cinque chilometri. Attenzione a non farsi trascinare dalla forza dei primi e dall’entusiasmo collettivo. Si rischia di arrivare già stanchi al ponte che attraversando il Borbera introduce alla mitica salita alla Croce degli Alpini. Cominciamo ad assaggiare il fango e l’alta erba maggese fradicia ed odorosa. Il sentiero in discesa, calpestato dai primi, sembra una pista di bob di lucido ghiaccio verde. Oltre il torrente attacchiamo in serrata fila indiana il sentiero ripidissimo. Alcuni tratti sono dotati di corde e catene. Ci vorrà più di un’ora per fare il chilometro e poco più che porta alla croce. Per ora il tempo è bello ma in partenza ci hanno detto che la giornata virerà verso piogge e forse temporali. A guardare il cielo, ora, sembra improbabile. Discesa nella valletta che porta alla pietrosa carrareccia verso Roccaforte. Primo cancello, ci stiamo comodi. Siamo in gruppo di quattro, due Paoli e due Roberti. Età e percorsi diversi ma la voglia di rendere omaggio alla Valle, alla quale tutti apparteniamo, vivendola da dentro, nella fatica della corsa. Proseguiamo, dopo Bric delle Camere ed il borgo da presepe di Caprieto arriviamo al secondo check point. Siamo a Costa Salata. Il bello viene ora. Affrontiamo il salitone nel bosco ed il fango nei tratti bassi ed in ombra. Siamo alla chiesetta di San Fermo. Ci è venuto incontro l’amico Elio, un angelo che ci rifornisce generosamente di focaccia e Coca Cola. Ripartiamo verso il monte Buio con la preoccupazione dei temporali che ormai in effetti si fanno sentire forti e chiari tutto intorno. Il cielo di un tono grigio plumbeo e l’aria pesante non tranquillizzano. I tuoni si susseguono, per ora lontani. Saliamo, dopo la vetta il sentiero attraversa un prato punteggiato di narcisi. Sono centinaia. Consigliati da Elio allunghiamo il passo, penserà lui a fare da staffetta con i due Paoli dietro. Verso l’Antola il cammino è reso difficoltoso dal fango scivoloso ed onnipresente. Roberto cerca passi alternativi zigzagando fuori dal battuto, io scivolo incessantemente perdendo efficacia nella spinta verso l’alto. Eccoci in cima, pioviggina lievemente. I paesini intorno, da basso, disegnano circolini di rosso dei tetti nel mare verde del bosco appenninico. Nel prato in ripida discesa, direzione Casa del Romano, la confidenza mi tradisce, cado per la prima volta. Niente di che, rassicuro Robi, solo l’amaro della vergogna che tinge il palato. Attraversiamo veloci i boschetti punteggiati di maggiociondolo, verso Torriglia serpeggia il Brugneto oggi livido come il cielo. Doppiamo Caprile, incassato ai nostri piedi. Siamo nel cancello delle Capanne di Carrega. Il maltempo continua a circondarci divertendosi a minacciarci senza affondare il colpo. Saliamo al Carmo in ripida pendenza, il bosco, fitto di faggi, si interrompe d’improvviso lasciando spazio al pascolo. Gli alberi fronteggiano la cima schierati in una immobile, rispettosa teoria circolare. Oltre ancora una ripidissima discesa con gli occhi aperti sul fondo viscidissimo. Saliamo al Legnà, ci lasciamo alle spalle la visione del mare lontano e delle pennellate di vapore che sovrastano le vallette del versante ligure. Il temporale continua ad imperversare alle nostre spalle. Arriviamo al cancello delle Capanne di Cosola con il gruppo degli amici che stanno facendo la cento. Lele, Pasquale e Daniele hanno sulle gambe undici ore di corsa più di noi. Il rispetto e l’ammirazione tra chi corre si pesa sul piatto della fatica. Chapeau. Ci riforniamo per l’ennesima volta. Saliamo al Chiappo, in una delle infinite discese erbose tra le vette cado per la seconda volta. Il fango punisce ancora un appoggio malfermo. La botta è un poco più secca della precedente. Non esistono battaglie senza segni. Conquistiamo anche il salitone all’Ebro, ancora una croce e lapidi in memoria di appassionati del passato. Scendiamo al rifugio Orsi, immerso nel bosco, strategicamente adagiato fra tre vette. Ultima caduta. La aspettavo, questa volta le foglie madide attutiscono gli effetti. Di qui all’arrivo la quantità di fango diventerà imbarazzante. Quasi impossibile correre in discesa, si scivola in salita, indietreggiando, il piano da questa parti è piuttosto una speculazione intellettuale. Si risale al monte Giarolo, con le sue antenne e parabole è quello che anche i profani, dal basso, riconoscono al volo. Dalla vetta, si scende verso i Piani di San Lorenzo, ultimo cancello prima dell’arrivo. Nella strada che attraversa il bosco le pozze d’acqua delle recenti piogge sono enormi laghi senza zattere. Zampettiamo alla meglio ossessionati dalla vana ricerca di itinerari alternativi sulle sponde. Ultimo controllo e pochi chilometri verso l’arrivo. Ci aspetta una discesa lunga e complicata da interpretare. Avvistiamo il Borbera quando sui monti genovesi rosseggia il tramonto. La strada continua a curvare e sembra non finire mai. I muri di ginestra delimitano strettissimi passaggi scavati nella terra argillosa. Il monumento a Fiodor, ricordo della grande Storia che si è fatta sentire anche qui, ci accoglie. Ultimo chilometro, è quasi buio. Arriviamo sul tappeto rosso e finalmente il traguardo. Andreino sta aspettando il gruppo. Ci saluta e ci incita. Lui è arrivato cinquantesimo assoluto nella Cento in 22 ore e cinquanta. Tempo limite ventotto ore. Occorre dire di più?

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