Stamattina 10 kilometri della Fraschetta, 3^ edizione, corsa con il pettorale n. 52 prenotato dall’Atletica. In settimana Massimo, a nome della Società, aveva diramato la convocazione Urbi et Orbi. In realtà un appello sportivamente razionale. La gara vale per il circuito Corripiemonte, concorriamo per la classifica a squadre. E’, in fondo una gara “di casa”, comodissima da raggiungere. Ogni concorrente, con i suo piazzamento, assoluto e di categoria, porta punti alla sua società sportiva di appartenenza. Scatta quindi inesorabile la Legge dei Grandi numeri: più concorrenti di ogni squadra uguale maggiori possibilità di avere punti. Il nostro Stato Maggiore conosce molto bene le malizie del mestiere ed ha provveduto a suscitare il “senso patrio” in tutti noi. Domandare è lecito, rispondere cortesia, come non condividere? Quando ci siamo sentiti mi ha detto che erano ben sessantaquattro i prenotati a respingere l’offensiva delle altre compagini prima fra tutte (l’ho scoperto stamattina) il Gruppo sportivo Brancaleone, da Asti. Quello proverbiale, che tutti ricordiamo come personaggio a capo dell’Armata dei film di Monicelli dei primissimi ’70, era di Norcia ma questo non importa ed in fondo non c’entra. Le maglie bianche dei nostri antagonisti astigiani stamane in partenza erano tantissime e non dubito che all’arrivo avranno ben meritato, nella corsa come nella viticultura in quei dintorni sanno la loro. C’è da dire che il sessantaquattro è parso subito di buon auspicio, buon numero, addirittura mitico, tanti sono, ad esempio, gli esagrammi dell’I Ching, le caselle degli scacchi, i codoni del DNA ed addirittura le posizioni del Kamasutra. La gara è stata breve, su un percorso piatto come una tavola e con lievissimi e rarissimi saliscenti. Cattivissima, come tutte le brevi, l’abbiamo corsa in un caldo appiccicoso di Macaia di pianura che ha suscitato più di una Litania Lamentatoria. Dopo il riscaldamento con Paolo, Elena, Raffaele, Michele, Frank e Giacomo ci siamo schierati per la foto ricordo del gruppone degli “Atletici”. Poi la partenza per un giro nei dintorni in un percorso davvero privo di attrattive e paesaggio. Ad esclusione degli inchini a fabbriche, zone artigianali di scatoloni-capannoni, tratto di statale e passaggio presso la discarica non molto altro. Il bello della prestazione è però proprio li, niente da vedere, niente distrazioni, percorso piatto, solo corsa al limite della “zona rossa” ed una fatica al Calor Bianco. Con Giacomo siamo arrivati al traguardo (attesi da Davide e Daniele nel loro ruolo ufficale di Giudici) dopo aver percorso fianco a fianco gli ultimi tre chilometri senza dirci una parola. Eravamo troppo impegnati a tentare di far entrare quanta più aria possibile nei nostri polmoni arroventati dallo sforzo. Michele ha portato a casa qualche escoriazione e piccole ferite a causa di una caduta fuori programma. Niente di che, i guerrieri sanno e le mettono sempre in conto. Roberto Moro